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La statica di Palazzo Gravisi-Buttorai

In futuro l’edificio necessiterà di una serie d’interventi di sanamento.

Palazzo Gravisi-Buttorai è stato al centro dell’ottava riunione ordinaria del Consiglio della Comunità Autogestita della Nazionalità Italiana di Capodistria. Dopo aver espletato velocemente il primo punto all’ordine del giorno, che riguardava l’approvazione del verbale di due precedenti sedute dell’organismo, la Presidente Roberta Vincoletto ha proposto ai presenti una sintesi del rapporto statico su Palazzo Gravisi-Buttorai, redatto dall’Istituto ZAG di Lubiana (Istituto nazionale per l’edilizia), che all’inizio di quest’anno ha effettuato i rilevamenti in loco. Ricordiamo, i sondaggi si sono svolti a gennaio in 26 punti dell’immobile, nello specifico sono state controllate le fondamenta, i muri portanti e le strutture in legno. Successivamente, tra febbraio e marzo, la CAN ha provveduto a sanare le buche e gli altri segni dei rilevamenti.

Al centro Roberta Vincoletto e a destra il vicepresidente Damian Fischer

Le conclusioni contenute nel documento, la cui versione integrale si compone di 160 pagine, illustrano uno stato di evidente sovraccarico in certe zone del palazzo. Le fondamenta non sono uniformi, i muri (alcuni in pietra, altri di struttura mista e i più recenti di mattoni forati) in alcuni punti mostrano l’eccedenza del carico. La stessa cosa vale per alcune parti in legno. L’Istituto propone un’opera di sanamento, giudicata necessaria, dato che nel suo attuale stato, l’edificio adempie al 40% ai criteri sull’idoneità antisismica valevole per gli immobili pubblici.

Alcune immagini degli scavi di gennaio

Gli interventi andrebbero dunque a rafforzare le fondamenta con dei rivestimenti in cemento per migliorarne la coesione. Sui muri bisognerebbe intervenire al fine di migliorare la suddivisione del peso, mentre le travi andrebbero consolidate per aumentarne la portanza. Per la stabilità complessiva dell’edificio si installerebbero dei cablaggi, ossia dei tiranti in acciaio.

Per la C.A.N. il passo successivo è quello di arrivare entro l’anno a un progetto concreto di sanamento, da preparare in collaborazione con un ente certificato.

Ciò di cui intendiamo tenere conto è che si tratta di un palazzo tutelato, che inoltre è sempre in uso e che quindi, nemmeno durante i futuri lavori potrà essere inagibile” così la Presidente in merito, rilevando che è obiettivo della C.A.N. regolare l’immobile secondo gli standard odierni senza però dimenticare che è un edificio storico. I costi della fase esecutiva non sono noti, ma è molto probabile che i lavori si svolgeranno per fasi, anche in modo da lasciare accessibile lo stabile.

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