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martedì, 16 Settembre, 2025
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Un piccolo viaggio nel caffè

È stato un vero e proprio “Piccolo viaggio nel caffè”, quello allestito nell’atrio della Biblioteca civica “Srečko Vilhar” di Capodistria in collaborazione col Museo del caffè di Trieste per il tramite del Salotto del libro italiano “Info-Libro” di Capodistria.

Tra origini, aneddoti, curiosità e qualche “nuova verità”, l’ingegner Marino Petracco, referente scientifico del Museo del caffè triestino, ha fatto viaggiare con l’immaginazione e col gusto il pubblico presente all’inaugurazione della piccola ma suggestiva rassegna legata al mondo del caffè. Hanno preso inoltre parte all’inaugurazione anche Franco Rota, in rappresentanza della Presidenza del Museo triestino, Nicoletta Casagrande per “InfoLibro” e  Urša Škumavc, responsabile eventi presso l’ente bibliotecario cittadino.

Nell’ambito della mostra, dal titolo “Piccolo viaggio nel caffè”, sono stati esposti fotografie e oggetti relativi a tutta la catena che fanno del caffè una bevanda amata e ricercata; la seconda più consumata al mondo dopo l’acqua. “Tanti la degustano senza sapere da dove venga e quanto lavoro ci sia dietro, ma bisogna considerare anche quanta cura sia necessaria, sia dal punto di vista umano, sia da quello industriale-scientifico”, così Petracco.

Tra le curiosità emerse vi è il dato, sostenuto da dati scientifici, che di media, cinque caffè al giorno, hanno effetti positivi sulla salute. “Sarà però il vostro corpo a dirvi qual è la quantità giusta per voi” ha proseguito Petracco, spiegando che ogni persona assimila e smaltisce la caffeina in modo differente. Dalle tre alle cinque dosi quotidiane equivalgono a circa 35 grammi di caffè macinato al giorno.

L’ingegner Marino Petracco

Oltre all’aspetto legato alla salute, si è anche parlato di come il caffè non sia nato in Brasile, come molti pensano, bensì in Abissinia (l’odierna Etiopia), dalle cui prime piantagioni la pianta nel tempo ha subito un processo di evoluzione. Si è anche parlato del caffè alla turca, della nascita della moka e delle macchine da bar, in cui la pressione svolge un ruolo imprescindibile nella creazione dell’espresso – intuizione questa da ascrivere al signor Bialetti.

Alla domanda di quale sia il caffè migliore, il relatore ha chiarito che le miscele nascono dall’incrocio di chicchi provenienti da Paesi diversi, “e qui sta la bravura di un vero Maestro torrefattore, che deve anche considerare la qualità della materia prima in sé”.

La rassegna rimane visibile fino al 10 ottobre di quest’anno.

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