Il progetto “Cantare l’estate” ha superato tutte le aspettative, grazie a un’ottima organizzazione, ai mentori e agli ospiti coinvolti. Sono state cinque giornate all’insegna del divertimento e delle lezioni, non serie e impostate come quelle scolastiche, ma piuttosto dov’è stato dato libero sfogo all’immaginazione, alla creatività, all’espressione musicale (e anche in altre forme artistiche). “Bisogna avere fiducia nei ragazzi, perché secondo me sono molto puliti dentro e sono capaci di fare tanta musica e arte in generale, per cui bisogna dar loro modo di esprimersi”, spiega la cantante Tinkara Kovač, che assieme a Boštjan Pertinač ha guidato i venti ragazzi del campus.
Tanta la soddisfazione della Comunità Autogestita della Nazionalità Italiana, portatrice progettuale, come rileva la presidente Roberta Vincoletto: “È stato un successo di numeri e di contenuti. Ora possiamo dirlo, dopo aver assistito allo splendido spettacolo che sono riusciti a preparare in soli cinque giorni, tenendo conto che il programma era talmente ricco e, oltre a lavorare coi mentori, i ragazzi hanno incontrato degli ospiti e preso parte a varie attività. Hanno davvero dimostrato grande bravura, entusiasmo ed energia”.
L’iniziativa si proponeva di avvicinare i bambini alla musica con le attività che sono passate attraverso quattro fasi principali. Come prime l’interpretazione e l’espressione, durante le quali è stato approfondito il canto e l’uso degli strumenti. Alla voce è stata dedicata un’attenzione particolare durante le ore individuali. Nella seconda giornata i bambini hanno conosciuto la differenza tra autori e interpreti musicali, illustrata poi in modo pratico dagli ospiti pomeridiani Drago Miselj Mef, Tuljo Furlanič e Jure Lesar. Il terzo ambito trattato ha riguardato la tradizione musicale istriana presentata da Marino Kranjac, assieme al quale i ragazzi hanno costruito anche lo strumento tipico “nonola”, poi suonato sul palco nello spettacolo finale. Durante la quarta giornata si è parlato dell’incisione della musica assieme al produttore Gaber Radojevič. Partendo dallo sviluppo della tecnologia, è stato allestito un mini studio in cui i ragazzi hanno inciso una canzone. Hanno proseguito nelle vie del centro storico, registrando i vari suoni cittadini come il mare, il vento, il vocio delle persone, creando delle vere e proprie cartoline vocali come ricordo della loro esperienza.
Tinkara e Boštjan sono stati i responsabili principali, anche se prima delle attività pomeridiane, i bambini si sono recati quotidianamente nella sede di Piazza Vergerio della Scuola elementare “Pier Paolo Vergerio il Vecchio” per delle attività ricreative seguite dal pranzo. Prima di tornare a Palazzo Gravisi-Buttorai, il gruppo si è anche divertito ogni giorno al centro “Family Fun”.
Tinkara, oltre alla sua incredibile carriera musicale, ha oltre dodici anni di esperienza nel campo pedagogico-musicale. Ha insegnato tre anni alla Scuola internazionale di Lubiana, poi presso una scuola privata di Gorizia e ora ha anche una scuola sua. Le abbiamo chiesto cosa significhi lavorare coi bambini. “Secondo me nella musica non c’è gerarchia. Questa è un po’ la mia filosofia: non esiste età, nessuno è meglio e ognuno aggiunge qualcosa di suo. Per questa ragione, all’inizio di ogni giornata, ho ringraziato i bambini, perché ognuno di loro mi ha dato qualcosa. Non esiste che uno dica “io non ho talento per la musica, non ho una bella voce”. Tutti possiamo coltivare la musica dentro di noi, perché la musica è dentro a tutti. Nasciamo con la musica dentro, è immanente all’essere umano, come la respirazione”.
Il campus estivo è stato particolarmente apprezzato per le sue fluidità e dinamicità. “Mi ricordo, quando ero bambina, che alcuni miei compagni di classe volevano iscriversi alla Scuola di musica e si sono sentiti dire che a nove anni erano già troppo vecchi! Figuriamoci. Pensiamo a Jimi Hendrix, che ha iniziato a suonare sul serio la chitarra a sedici anni… e non ha nemmeno frequentato la scuola di musica. Perciò considero l’approccio classico un po’ limitativo. Credo sarebbe necessario aggiornare un po’ i programmi scolastici. Ho anche il mio esempio: nel 1999 mi sono diplomata con il flauto al Conservatorio di Trieste, seguendo un programma che era del 1957. Invece la musica negli ultimi anni è andata molto avanti”. Approcci e pensieri questi che hanno plasmato i cinque giorni delle attività.
Oltre a insegnare la musica, l’obiettivo dei mentori era riportare i bambini in contatto con le cose semplici ma importanti. “La nostra missione di questa settimana era di lasciar stare i telefonini, di ascoltare e ascoltarsi a vicenda e anche raccontare storie” conclude Tinkara, citando il pensiero di Umberto Galimberti il quale, parlando del cambiamento di “intelligenze” nella società moderna, sottolinea come sia in atto un processo che va dall’Homo Sapiens all’Homo Videns. Il primo capace di decodificare segni ed elaborare concetti astratti, l’altro non portatore di un pensiero, ma fruitore di immagini con conseguente impoverimento del capire.
Le cinque giornate sono culminate nello spettacolo finale di venerdì sera, organizzato presso l’estivo di Palazzo Gravisi-Buttorai, durante il quale i ragazzi hanno presentato otto brani, interpretati con l’aiuto dei due mentori. Si sono così susseguite alcune esibizioni solistiche, altre corali ed altre ancora coi bambini alle chitarre e ai flauti. In scaletta qualche brano tradizionale e anche alcuni evergreen della musica italiana come “Il ragazzo della via Gluck” e “Il gatto e la volpe”. Prima di finire vi è stata la consegna degli attestati di partecipazione ai bambini, quindi la festa con pizza e gelato.
Vista l’ottima risposta dei partecipanti, dei loro genitori e di tutto il personale coinvolto, i responsabili stanno già pensando all’edizione dell’anno prossimo, che potrebbe venir ampliata a dieci giorni. “Impareremo e miglioreremo, valutando quanto realizzato quest’anno. Inoltre, vorremmo proporre una settimana in più con dei contenuti aggiuntivi, forse legati allo sport e alla ricreazione, per accontentare un po’ tutte le necessità e i bisogni dei bambini” conclude Vincoletto, ringraziando per la collaborazione anche l’istituto elementare “Pier Paolo Vergerio il Vecchio”, il centro “Family Fun” per le ore di svago, le animatrici della “Polisportiva Muggia” e il segretario della C.A.N. di Capodistria, Marko Loredan, cuore e anima dell’iniziativa, aiutato da Noemi Stancich, presidente della Commissione Giovani.